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Assicurariamoci che il problema valga la pena di essere risolto con un metodo efficace che ha aiutato migliaia di startup a trovare il loro mercato investendo il meno possibile: il metodo Lean.
Per ora non è ancora il momento di pensare ad una soluzione, e se non puoi farne a meno scrivila, ma poi mettila da parte. Ora è il momento di pensare al problema.
Per scoprire tutti i dettagli clicca “Come Funziona” nella voce del menu in alto
Un Canvas è un modello che ci guida a rispondere alle domande giuste e a visualizzarle in uno schema. Prima di usare il LVC (Lean Validation Canvas), capiamolo insieme.
Immaginiamo che tu già ce l’abbia, ma nel caso ci sbagliassimo sarà fondamentale nel tuo percorso da founder.
Miro è un software online per la collaborazione in team facile da usare e ricco di funzionalità, utile anche in solitudine per inserire tutte le informazioni che ti servono in un’unico posto.
Il primo passo sarà quindi incollare il Lean Validation Canvas (d’ora in poi LVC) su Miro. Segui le istruzioni qui sotto
Quale problema specifico volete risolvere? La parola chiave è “specifico”, quindi partendo dal generale cerca di stringere un passo per volta utilizzando la Tecnica dei 5 perchè di Toyota.
Importante:
Scrivilo sul LVC
Chi saranno i tuoi primi clienti o early adopters? Idealmente, hanno queste caratteristiche:
Usiamo il modello Jobs To Be Done per capire più a fondo chi è il nostro cliente ideale e come trovarlo.
Grazie a sole 2-3 domande riusciremo a capire se il nostro interlocutore è in target o meno. Senza sprecare il tempo nostro e altrui riusciremo a capire chi coinvolgere nella fase successiva, ovvero delle interviste più approfondite di cui parleremo più avanti.
Usiamo Google Forms
Condividi il tuo sondaggio con la community di Startup Checklist per raccogliere feedback e perfezionarlo prima di mandarlo all’esterno.
In questa fase usiamo abbondantemente il sondaggio senza esagerare con lo “spam” per trovare almeno 12-15 persone in target a cui richiedere un’intervista più approfondita. Vediamo come fare.
La più rischiosa è quella che più rappresenta l’esistenza o meno del problema. Quelle meno rischiose potrebbero risultare non determinanti per la validazione.
Ora prendi il post-it della più rischiosa e mettilo nel riquadro blu.
Spostalo sul LVC
Durante la validazione del problema useremo come metodo di validazione le interviste. Dobbiamo solo definire un criterio di successo per l’ipotesi che stiamo validando, che solitamente si aggira intorno al 20%.
Se il risultato è di molto superiore forse abbiamo scelto un target troppo di nicchia che risponde bene alle nostre ipotesi, ma che rappresenta un mercato troppo piccolo. Se invece è decisamente inferiore forse abbiamo scelto un target troppo generico. Oppure semplicemente la nostra ipotesi non è vera.
Scrivilo sul LVC →
Al contrario dei sondaggi che possono essere condivisi via link, le interviste vanno fatte vis a vis, che sia di persona o via webcam è importante per creare un legame con i tuoi potenziali primi clienti.
Detto questo è comunque utile prepararsi un Google Form in cui inserire le risposte man mano che ti vengono date, così da avere un comodo raccoglitore.
Leggi l’articolo di approfondimento per capire quali sono le best practices e l’approccio ideale per l’intervista, poi crea un Google Form: ti elencheremo di seguito le domande da inserire.
Inizia a compilare il form inserendo come prima domanda dell’intervista un approfondimento generico sul tema, senza menzionare il problema che hai in mente, indagando invece sui problemi che sta vivendo chi hai di fronte.
Ricordati per tutte le domande aperte di utilizzare il campo “paragrafo” per aggiungere tutti i dettagli rilevanti che ti verranno condivisi.
Come va con la tua startup?
Che difficoltà stai affrontando?
Perchè questa cosa ti preoccupa?
Inseriamola nel form
La prossima domanda da inserire nel form riguarderà il flusso.
Che sia di lavoro, o di un’abitudine o di altre attività, capirlo meglio vi aiuterà ad inquadrare il problema.
A questo punto cerca di approfondire ogni elemento del flusso, per capire dove ha più difficoltà.
Come hai iniziato?
Da dove arriva il tuo desiderio?
Cosa succede quando…?
Inseriamola nel form
Ci sono solo 4 alternative:
In tutte queste situazioni dobbiamo scoprire quali sono le soluzioni alternative e quali sono le loro mancanze, ovvero in cosa potrebbero migliorare.
Come risolvi il prblema?
Che problemi riscontri nel risolvere il tuo problema?
Inseriamola nel form
Arriviamo alle domande finali, quelle tattiche:
Inseriamole nel form
Il web, i social e le videochiamate sono utili ad ampliare il nostro bacino di utenti iniziali, ma non devono tenerci attaccati alla sedia. L’impresa è fuori!
Non è obbligatorio fare interviste offline, ma è obbligatorio conoscere le persone offline. Poi puoi fargli l’intervista online in seguito, ma il rapporto che si crea conoscendosi di persona non è paragonabile.
A tutte le persone che hanno superato il sondaggio, puoi chiedere di fare un’intervista di circa 20-30 minuti in cui loro risponderanno a voce alle tue domande mentre tu prenderai appunti sul form. Ti daranno molte informazioni qualitative da non perdere.
Ricordati che queste 12 persone sono per te le più importanti, sono i tuoi early adopters, coloro che hanno deciso di dedicarti del tempo perchè sono interessati al problema e a trovare con te una soluzione.
Raggruppa i risultati delle interviste e analizzali per capire se l’ipotesi è validata, se supera quindi il criterio di successo, e spostala nella colonna corrispondente
Se è validata sposta il post-it su VERO e prosegui con la prossima ipotesi più rischiosa.
Se invece non è validata spostala su FALSO e leggi qui sotto
Prima di proseguire dovresti aver individuato:
Importante: non demoralizzarti se non hai validato tutte le ipotesi legate alla coppia target-probema, è una buona notizia. Ogni ipotesi scartata è un passo verso la giusta direzione. La validazione può fallire anche 5 o 10 volte, ma per fortuna richiede poco tempo.
Se non hai validato tutte le ipotesi principali della coppia target-problema, è il momento di fare un Pivot, ovvero un cambio di strategia, che in questo caso significa tornare al terzo step e ricominciare con un nuovo target, problema e ipotesi.
Ora che avete validato sia il problema che il target è il momento di costruire i vostri buyer personas, ovvero identificare chi sono i vostri clienti ideali.
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